giovedì 21 luglio 2011

" Sangue misto", letto ai tempi del mondiale di calcio 2010 in Sudafrica

"Sangue misto" di Roger Smith (casa editrice Einaudi - 2010)

In fuga dalla polizia degli Stati Uniti, Jack Burn arriva con la famiglia a Città del Capo alla ricerca di un anonimo riparo.


Purtroppo non è così in quanto,  e  poveri, Burn, per proteggere la moglie incinta e il figlio piccolo deve uccidere due gangster locali attirando su di sé l'attenzione di Barnard, poliziotto folle e corrotto che per anni ha sfruttato il suo potere sulla povera gente.

In una città sempre più divisa fra ricchi, il personaggio del poliziotto Barnard, pazzo e corrotto,....... cattivisssimo, mi ricorda l'infernale Quinlan, il personaggio recitato nell'omonimo film da Orson Welles.


Burn è proprio un vigliacco senza possibilità di salvezza.
L'ex galeotto Benny Mezzosangue è un povero disgraziato che però ha buoni sentimenti.
L'ho letto (327 pagine) al tempo della sfortunata missione in Sudafrica della nazionale italiana di calcio.
Non nascondo che l'ambientazione in Sudafrica ha influenzato la scelta di leggerlo, più della trama.
E' stata l'unica nota positiva di quel brevissimo periodo: voto 8,5.

Purtroppo, mentre i lettori della libreria di mia moglie hanno adorato "L'inverno di Frankie Machine" non sono riuscito a trasmettere lo stesso entusiasmo con "Sangue misto" che continuo a pensare sia un ottimo romanzo.
Forse la copertina non mi ha aiutato.

L'inverno di Frankie Machine di Don Winslow

Tornare al lavoro è sempre difficile quando si è ormai in pensione, soprattutto se sei un killer e qualcuno (il romanzo è un viaggio all'indietro del protagonista, Frankie Machianno, lungo la sua carriera di killer della mafia californiana) ti vuole morto.


Il confronto fra la vita attuale di Frankie, lavoratore instancabile e padre devoto, e quella passata, spietato ed efficientissimo killer della mafia, è veramente avvincente.
La morale è che per i delinquenti come Frankie è veramente difficile uscire dal giro, se non orizzontali guardando le margherite dalle radici.
All'inverno di di Frankie Machine dò un bel 10, anche se con questo mito del surf Winslow finisce un pò per rompere le palle (soprattutto nel romanzo "La pattuglia dell'alba" che invece non consiglio).
Frankie Machine non è un buono, ma stranamente si finsice per parteggiare per lui.

I recensori dell'Einaudi parlano di un "romanzo brutale ed epico che fonda una nuova tradizione, dopo "il Padrino" di Mario Puzo". 
Impegnativo come commento, lascio a voi lettori il giudizio.

La curiosità per questo libro, edito da Einaudi (pagg. 320) è scaturita dalla notizia che da esso il mitico regista Michael Mann ha tratto un film con addirittura Robert De Niro (dopo aver letto il libro mi sembra l'attore migliore per poter interpretare Frankie nonostante oggi appaia un pò imbolsito).

Scerbanenco morde con i "Ragazzi del massacro"

Ho conosciuto letterariamente Scerbanenco leggendo i romanzi di Carlotto, il quale ha vinto alcuni premi dedicati a questo autore.
I "Ragazzi del massacro" edito da Garzanti (collana elefanti) mi ha colpito per la sua crudezza e cattiveria.
Scerbanenco, secondo me, in maniera magistrale è riuscito a rappresentare l'essenza della malvagità femminile con un personaggio che scoprirete leggendo il libro fa veramente paura.



Un'aula scolastica, una lavagna piena di parolacce e di disegni osceni e il cadavere di una giovane donna completamente nuda, orrendamente massacrata di botte, i suoi abiti sparsi dappertutto.
La viitima, Matilde Crescenzaghi, fragile e delicata signorina della piccola borghesia dell'Alta Italia, insegnante delle scuole serali.
Il caso viene affidato al medico-investigatore Duca Lamberti, che si troverà alle prese con un ambiente insolito, morboso e feroce.

Dopo aver assorbito questo libro, che mi ha scosso un pò per la sua inaspettata brutalità, ho letto quelli che lo hanno reso più famoso: Venere privata, I milanesi ammazzano al sabato, Milano calibro 9; continuo a
pensare che I ragazzi del massacro sia un bel romanzo, da consigliare.
Senza svelare nulla della parte centrale del libro, mim piace sottolineare la gestione del primo interrogatorio da parte di Lamberti: modi spicci e la giusta dose di brutalità.

HHhH, suspence e tormento della scrittura per raccontare l'attentato ad Heydrich

HHhH di Laurent Binet, Einaudi - 2011 (pagg. 337)


HHhH ( acronimo di Himmlers Hirn heisst Heydrich, che significa tradotto dal tedesco: "IL cervello di Himmler si chiama Heydirch) è scritto con grande originalità mescolando più livelli:

- quello personale dell'autore che sembra predestinato a raccontare la storia dell'attentato ad Heydrich, il braccio destro di Himmler, la bestia immonda, il macellaio di Praga, il gerarca più spietato al fianco di Hitler e, fra gli altri "encomi" che lo hanno reso celebre, l'ideatore della soluzione finale contro gli ebrei;

- quello legato al tormento di scrivere questa vicenda, già raccontata in molte altre occasioni, di integrare la verità storica con aggiunte personali;

- quello legato alla vicenda storica in sè.

La copertina racconta tutta la storia dell'attentato fino all'epilogo.


Questo romanzo edito da Einaudi mi è ppiaciuto molto per la partecipazione che l'autore mette nel raccontare l'impresa eroica dei due paracadutisti Gabcik e Kubis.
L'esito finale non lo sveliamo.

Con questo libro, l'autore Laurent Binet (Parigi, 1975) ha vinto in Francia il prestigioso premio.: "Prix Goncourt du premier roman 2010".

Cosa leggo durante le ferie

Una settimana di ferie = almeno 3 libri formato tascabile.
Naturalmente di tre autori che non conosco.

La scelta non è stata semplice, vediamo se riesco ad incuriosirvi:

SCELTA NUMERO 1:
La condanna del sangue" di Maurizio De Giovanni (Fandango tascabili - 2011)

                                                              

La condanna del sangue (la primavera del commissario Ricciardi) è una delle indagini di un ciclo dedicato alle quattro stagioni.
Il commissario in questione ha un dono particolare: riesce a sentire le ultime parole pronunciate da chi muore di morte violente.
L'ambientazione mi piace, la Napoli del 1939.

Se mi piace leggerò anche le inchieste relative alle altre tre stagioni:
>  Il posto di ognuno - l'estate del commissario Ricciardi
>  Il giorno dei morti - l'autunno del commissario Ricciardi
>  Il senso del dolore - l'inverno del commissario Ricciardi.


SCELTA N. 2:
"Fredda è la notte" di Carlene Thompson (Marcos Y Marcos - 2010)


 Blaine è bella e tenace, in paese tutti la invidiano un po'.
Negli ultimi mesi la sua vita diventa difficile in quanto prima muore suo marito in circostanze misteriose, poi la migliore amica della figlia e, infine, un'altra amica della figlia.
I sospetti ricadono su di lei in quanto si trova sempre ad un passo dal delitto.
La protagonista di questo thriller, che promette suspence assoluta fino alla fine (speriamo bene!) è dunque anche la principale sospettata.

SCELTA N. 3
"Al momento della scomparsa la ragazza indossava" di Colin Dexter (Sellerio editore - 2011)


Una ragazza scompare, l'investigatore che si occupa del caso muore, l'indagine passa all'ispettore Morse.
Dopo due anni e tre mesi arriva una lettera della ragazza che dichiara di star bene.
Delitto o una banale fuga da teen-ager?

Mi incuriosisce la figura dell'autore, Dexter, docente di greco e amante dell'enigmistica.
Ho letto una recensione interessante di questo libro su La Repubblica.
Inoltre, alcuni clienti di fiducia della libreria di mia moglie mi hanno parlato molto bene del primo libro pubblicato da questo autore con Sellerio "L'ultima corsa per Woodstock".
Incrociamo le dita.

mercoledì 20 luglio 2011

Il marito della libraria




Amo la lettura.
Ho iniziato a leggere con passione e curiosità fin da piccolo arrivando in gioventù a spaziare fra molti generi diversi: dai classici ai thriller, dai gialli alla narrativa, accumulando
In età adulta ho ristretto molto il cerchio delle letture concentrandomi sui generi thriller, noir, giallo, poliziesco, ecc., (confini fra i generi sono sempre più indefiniti) alla ricerca di sensazioni forti o, comunque, particolari.
Se non c'è un cadavere, un complotto, un vero cattivo, qualche colpo di scena, un pò di avventura, crudeltà, sparatorie, rese dei conti, inganni doppi e tripli, spionaggio, paura, amore con un pizzico di sesso, incoscienza, ecc. non mi diverto.
Nel 2009 la mia carriera di lettore ha avuto una la svolta o meglio un colpo di fortuna: mia moglie ha aperto una libreria.
Così si è realizzato il sogno della mia vita: circondarmi di libri succulenti e sfiziosi pronti da leggere gratis.
Sì perchè fino ad allora la lettura si era rivelata una pratica piuttosto dispendiosa.
Questo idillio con la libreria è durato poco, essenzialmente per due motivi:
1. mia moglie, da vera e propria libraia-padrona mi costringe a sfacchinate inaudite (cartoni da aprire, libri da spostare, libri da cercare, domeniche di apertura, resi da preparare, clienti da ascoltare, ecc.);
2. la mia natura materialista ha avuto il sopravvento spingendomi, dopo un allegro periodo di letture gratis, a riprendere l'abitudine dell'acquisto.
Possedere i libri è la maledizione del lettore; dopo un pò di tempo non ricordi più la trama, ma provi piacere comunque nell'associare ai vari tomi accumulati in casa un pò dappertutto le sensazioni piacevoli o spiacevoli che hanno accompagnato la loro lettura nonché le vicende personali che hanno caratterizzato il periodo in cui li hai letti.
Guardare la libreria diventa come sfogliare un album di ricordi.
Grazie alla libreria ho scoperto un piacere nuovo, quello di consigliare libri da leggere.
Sentirsi ringraziare da un cliente perchè il consiglio che gli hai dato si è rivelato ottimo è una soddisfazione unica.
Ricevere consigli utili lo è altrettanto; dal confronto con i frequentatori della libreria emergono spesso affinità inaspettate e arricchimenti reciproci.
Il sogno della mia vita (per favore non ditelo a mia moglie): prendere possesso della libreria di mia moglie, trasformarla in un'oasi specializzata nei generi giallo, thriller, noir e poliziesco, aprirla quando mi pare a chi mi pare, dare le dritte giuste solo a chi penso le possa apprezzare.
Se mi va, anche regalare libri a chi mi è simpatico.

Un romanzo poliziesco da fuoriclasse (primo romanzo di Pandiani)

Titolo:"Les italiens"

Autore: Enrico Pandiani

Enrico Pandiani, torinese, lavora come grafico editoriale.
Comincia a scrivere per passione, inesorabilmente attratto dal noir e dal poliziesco.
Questo è il suo primo romanzo.

Per chi volesse consocere meglio Pandiani consiglio la lettura di una bella intervista fatta all'autore da Alessandra Buccheri pubblicata nel blog Angolonero


Genere: romanzo poliziesco

Case editrice: INSTAR LIBRI

Copertina: particolarmente suggestiva con un bersaglio che reagisce



Trama: La polizia di Parigi ha una Brigata Criminale di cui fanno parte Le italiens.
Un Commissario e i suoi uomini, naturalmente al quai des Orfèvres.
Ma in una mattina di sole un cecchino spara attraverso le finestre dell'ufficio decimando la squadra.
Morti e sangue ovunque, ed è solo il primo passo, perché la giornata del Commissario sarà ancora lunga.
A Parigi comincia l'estate e, fra poliziotti corrotti, una pittrice transessuale, una donna bellissima, poteri forti, il caso si complica.
La battaglia degli italiens non è finita, sulla Senna volano le pallottole.

Pagine: 256

Voto (1-10): 9

Un poliziesco travolgente che inizia così:

"Il primo proiettile ha attraversato la finestra con un colpo secco, è entrato nella pancia di Gaston, ha fatto tutto il Tour De France fra le sue trippe ed è uscito poco sotto la scapola sinistra. Poi si è conficcato nel muro
Il secondo e il terzo hanno polverizzato una pila di compact disc e la Tour Eiffel di cristallo poggiata sul computer di Servandoni. Due vibrazioni del vetro mentre Gaston si accasciava per terra.
Il quarto ha trapassato con un tonfo sordo il torace della tipa seduta davanti a me e il quinto le ha attraversato la testa portandosi via frammenti di osso, sangue idee e cose varie.
Il sesto e il settimo non hanno fatto altri danni all'infuori del distributore dell'acqua alle spalle di Servandoni; il boccione, colpito in pieno, è scoppiato innondando lui e il pavimento dell'ufficio.
La ragazza davanti a me è scivolata giù dalla sedia guardandomi fisso negli occhi mentre l'ottavo proiettile frantumava l'avambraccio di Martini e il nono faceva scoppiare il suo monitor in una nuvola di fumo e vapore informatico.
Il decimo e l'undicesimo sono passati sopra la mia testa perché a quel punto mi sono buttato per terra come già avevano fatto gli altri.
Si è apert ala porta dell'ufficio e Delpeche è entrato con le ....."
 
Questo romanzo l'ho scoperto girando in Internet e mi ha subito colpito per la sua trama.
Una miscela esplosiva caratterizzata da un ritmo incalzante; un commissario alle prime armi che, dopo lo shock subito, dimostra di saper arrivare alla verità nonostante i poteri forti facciano veramente di tutto per fermarlo.
Intrigante il personaggio di Moet, una pittrice transessuale irresistibile che nasconde un terribile segreto.
Si legge tutto di un fiato, attenti alle pallottole che fischiano per tutto il romanzo!


Fascetta:
"Una boccata di ossigeno nel buon vecchio noir" Giancarlo De Cataldo

Giallo classico alla Malvaldi; ma l'assassino non è il maggiordomo

Titolo:"Odore di chiuso"

Autore: Marco Malvaldi




Marco Malvaldi, nato a Pisa nel 1974, ha pubblicato con Sellerio tre romanzi della serie dwi vecchietti del BarLume: La briscola alle cinque (2007), il gioco delle tre carte (2008) e il Re dei giochi (2010).
I clienti della libreria che li hanno letti li hanno trovati molto divertenti.
Genere: giallo

Case editrice: Sellerio editore Palermo

Copertina: Olio su tela di Jean Baptiste Oudry, 1713 - Musée des Beaux-Arts, Marsiglia.
Ottima scelta rispetto al tema del romanzo.



Trama: in un castello della Maremma toscana, vicino alla Bolgheri di Giosue Carducci, arriva un venerdì di giugno del 1895 l'ingombrante e baffuto Pellegrino Artusi.
Lo precede la fama del suo celebre "La scienza in cucina e l'arte di mangiare bene", il brioso e colto manuale di cucina, primo del genere, con cui ha inventato la tradizione gastronomica italiana.
Ma quella di gran cuoco è una notorietà che non gli giova del tutto al castello, dove dimora la famiglia del barone Romualdo Bonaiuti, gruppo tenacemente dedito al dolce far nulla.
La formano due figli maschi, Gaddo, dilettante della poesia che spera sempre di incontrare Carducci, e Lapo, cacciatore di servette e contadine; la figlia Cecilia, di talento ma piegata ad occupazioni femminili; la vecchia baronessa Speranza che vigila su tutto dalla sua sedia a rotelle; la dama di compagnia che vorrebbe essere invisibile e le due cugine zitelle.
In più la numerosa servitù, su cui spiccano la geniale cuoca, il maggiordomo Teodoro, e l'altera e procace cameriera Agatina.
Contemporaneamente al cuoco letterato giunge al castello il signor Ciceri, un fotografo che non si capisce bene cosa sia venuto a fare al castello.
In questo umano entourage piomba gelido il delitto del maggiordomo Teodoro trovato avvelenato e poco dopo una schioppettata ferisce il barone Bonaiuti.
I sospetti cadono sulla povera Agatina.
Sarà pellegrino Artusi, grazie alla sua saggezza e alle sue originali letture, a dare al delegato di polizia le dritte per ritrovare la pista giusta.


Voto (1-10): 8,5


Un giallo classico, con un'ottima ambientazione storica, che propone l'enigma della camera chiusa o mistero della camera chiusa,  l'indagine si svolge intorno a un delitto compiuto in circostanze apparentemente impossibili come quello scoperto all'interno di una camera chiusa dall'interno, in questo caso la cantina.
Curioso il personaggio di Pellegrino Artusi, che mi ricorda seppur vagamente Hercule Poirot.
Il maggiordomo, assassino per antonomasia, è questa volta la vittima del giallo.
Divertente ed ironica la presentazione dei giovani rampolli figli del barone, una nobiltà decadente persa fra sogni e vizi.
In questa Italia post unificazione (siamo nel 1895) i valori della nobiltà lasciano il posto a quelli dell'economia.
Ho divorato questo romanzo durante un lungo viaggio aereo verso la Cina facendomi delle grasse risate con gli altri passeggeri con gli occhi a mandorla che mi guardavano stupiti.


Fascetta "inventata": un giallo classico rivisitato con insolente umorismo dal Camilleri toscano Malvaldi


martedì 19 luglio 2011

Un thriller duro e puro

Titolo:"Ballata irlandese"

Autore: Adrian McKinty

Nato nel 1968 nell'Irlanda del Nord, Adrian McKinty, dopo gli studi di filosofia è emigrato a New York dove, proprio come il suo protagonista, ha abitato ad Harlem per sette anni lavorando come commesso, barista, operaio edile.
Attualmente vive a Melbourne, in Australia.
"Ballata irlandese" è il suo primo libri tradotto in Italia.


Genere: thriller hard bolided

Case editrice: BUR Rizzoli

Copertina: particolarmente suggestiva e in linea con il personaggio.




Trama: Belfast è stravolta dalla povertà e dalla volienza politica, Michael Forsythe, che ha diciannove anni e nemmeno un soldo in tasca deve andarsene a tutti i costi.
Siamo nel 1992.
A New York lo aspetta l'impiego nell'Irish Mob, la mafia irlandese, sotto il più duro di tutti: Darkey White.
Michael è forte, coraggioso e sveglio e in breve tempo Darkey llo introduce nella cerchia ristretta dei suoi uomini di fiducia.
Comicia così per lui un feroce apprendistato nelle fila della criminalità organizzata, nel bel mezzo di una guerra per la spartizione della Grande Mela.
I guai per Michael cominciano quando il boss si accorge dell'amicizia particolare che il ragazzo ha con la sua pupa, e decide di vendicarsi nel modo più doloroso possibile.

Pagine: 413

Voto (1-10): 8,5

Thriller duro e puro, questo libro è un elegante e spietato mix di supsense e humor nero (soprattutto nell'epilogo).
Micheal è un giovane senza nulla da perdere, con poca esperienza, ma molto sangue freddo.
L'autore è molto abile nel descrivere la breve carriera di questo piccolo scagnozzo e della sua squadra (fra tutti i compagni il più particolare è Scotchy) fino allo sgarro al suo boss  (Darkey White) che gli sarà fatale e cambierà per la seconda volta la sua vita (la prima volta è stato l'abbandono della sua Belfast).
Dopo il calvario messicano, il protagonista, per rispettare una promessa fatta diventa uno spietato vendicatore.
La vendetta si paga con la vendetta, la resa dei conti è sempre dietro l'angolo, l'amicizia, anche in un mondo duro come quello della mafia irlandese, è un valore.
Il romanzo scorre molto bene, me lo sono gustato in due/tre giorni.
L'ho letto perché citato da Carlotto in una intervista sulla Stampa.


Fascetta:
Un incrocio fra Mickey Spillane e Damon Runyan - più sono duri e meglio è.
McKinty è uno da tenere d'occhio.
Frank McCourt, autore delle ceneri di Angela

Un buon esordio

Titolo:"In trappola"

Autore: Marko Leino

Scrittore di romanzi (1967), pieces teatrali, raccolte di poesie, tradotti in numerosi Paesi.
E' un quotato sceneggiatori finlandesi e autore di molti film di successo.

Genere: thriller

Csa editrice: Sperling & Kupfer

Copertina: non bellissima, ma coerente con la trama



Trama: Vesa Levola è un giovane come tanti che vive con i genitori in un quartiere popolare di Helsinki, cerca lavoro in un mondo che la crisi ha reso precario, e lotta per coronare i propri sogni, semplici eppure apparentemente irrealizzabili.
Una sera il padre, un delinquente di mezza tacca, gli chiede di accompagnarlo dal suo capo, titolare di una fiorente quanto equivoca impresa edile.
L'incontro è una trappola, e il ragazzo è chiamato a fare una scelta tragica che condizionerà la sua vita.
Da quel momento Vesa è invischiato nei loschi maneggi del padre con debiti che non si pagano in denaro.
Sul confine fra Russia ed Europa fioriscono infatti traffici di droga e clandestini destinati al mercato dell'edilizia, un facciata pulita per il riciclaggio di denaro sporco.
In questo scenario si muove il poliziotto Viitasalo, un uomo con gravi problemi familiari che un giorno ha compromesso la sua vita professionale per disperazione.
Viitasalo è sulle tracce di un boss furbo e senza scrupoli che gestisce un'importante organizzazione criminale e gli ha teso un tranello in cui verranno coinvolti feroci assassini, piccoli delinquenti, agenti corrotti e alcuni innocenti.
Un thriller teso e spietato, e profondamente umano, dove il confine fra il bene e il male, giusto o sbagliato è una zona grigia e incerta nella quale si può continuamente cadere. In trappola.

Pagine: 457

Voto (1-10): 8
Molti personaggi le cui sorti a volte si intrecciano in modo un pò macchinoso.
Come spesso accade con i Paesi scandinavi, il quadro che esce della Finlandia, terra di transito dei traffici mondiali di droga e clandestini è un pò deprimente.
I personaggi, anche quelli "buoni", come Vesa e Viitasalo, hanno un lato oscuro; sono tutti in qualche maniera intrappolati nel loro destino che sembra ineluttabile.
I cattivi sono veramente furbi anche perché quando i traffici assumono una dimensione mondiale i buoni non sanno fare squadra e finiscono per ostacolarsi a vicenda.
Trama ricca di colpi di scena plausibili e ben distribuiti nel racconto che è duro, teso e spietato (assomiglia danantamente alla realtà).
Si legge velocemente ed ha un finale non prevedibile.
Mi ha ricordato il libro di Jens Lapidus "La traiettoria della neve" (Mondadori, 2009).
La crisi è sullo sfondo, ma non mi sembra particolarmente significativa ai fini del romanzo.

Fascetta: Premio per il miglior thriller (finlandese) del 2010

Benvenuti nel mio blog

Non sono un critico letterario, ma un lettore appassionato che ha deciso di trasformarsi in un blogger in incognito ("il marito della libraia" appunto) per dare e segnalare consigli utili (o almeno spero in buona fede che si rivelino tali) per la lettura di gialli, thriller, polizieschi, noir, con la consapevolezza che:
- il tempo per leggere è poco;
- i libri sono tanti, milioni di milioni, .....;
- chi legge molto spende molto;
- le "sole" sono sempre in agguato;
- le case editrici pubblicano oggi veramente di tutto;
- non sempre ci si può "fidare" dei librai e dei critici letterari;
- gli altri lettori possono dare buoni consigli.

Cordiali saluti e buona lettura.