venerdì 26 agosto 2011

Il marito della libraia: "Di seta e di sangue" un raffinato giallo del cine...

Il marito della libraia: "Di seta e di sangue" un raffinato giallo del cine...: Sto leggendo con piacere un giallo raffinato: "Di seta e di sangue", scritto di Qui Xialong - Marsilio editore (2011). La figura dell'is...

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"Di seta e di sangue" un raffinato giallo del cinese Qui Xialong


VOTO: 8
Un buon giallo politico che evidenzia le ingiustizie e le crudeltà commesse durante la Rivoluzione culturale di Mao, le cui vittime sono state risarcite con il riconoscimento pubblico da parte del leader cinese di aver commesso un errore giustificato però dal contesto storico.


Nel week end ho finito di leggere con piacere un giallo raffinato: "Di seta e di sangue", scritto  di Qui Xialong - Marsilio editore (2011).




La figura dell'ispettore-letterato Chen è particolarmente interessante.
Mi colpisce il confronto fra la Cina di un tempo, raffinata e  romantica (molteplici sono i richiami alla poesia d'immagine) e quella moderna, cinica e ultracapitalista che fa da sfondo all'indagine sulla morte di alcune ragazze uccise probabilmente ad opera di un serial killer e lasciate in luoghi pubblici vestite solo di un quipao rosso (antico abito mandarino bollato dalla Rivoluzione culturale come borghese e riscoperto oggi per la sua capacità di sottolineare la sensualità femminile).

Se devo trovare un difetto direi che nella spiegazione delle motivazioni che hanno spinto il killer al compimento degli omicidi (la sua vicenda familiare) lo scrittore è piuttosto ripetitivo.
Difetto veniale, tipico dei cinesi.

martedì 23 agosto 2011

Il marito della libraia: Come è piccolo il mondo, il thriller che non ti as...

Il marito della libraia: Come è piccolo il mondo, il thriller che non ti as...: "Com'è piccolo il mondo" di Martin Suter, Sellerio editore Palermo (2011) In copertina c'è un bel dipinto di Jack Vettriano; ottima scelt...

Come è piccolo il mondo, il thriller che non ti aspetti

"Com'è piccolo il mondo" di Martin Suter, Sellerio editore Palermo (2011)


In copertina c'è un bel dipinto di Jack Vettriano; ottima scelta.


Da quando a sei anni la madre l’aveva abbandonato, Konrad Lang, detto Koni, era stato il giocattolo di Thomas (Tomi) Koch. E da giocattolo Koni era cresciuto, burattino senza energia propria legato ai fili dei potenti Koch, famiglia di magnati svizzeri dell’industria e della finanza.
Se Tomi lasciava il Liceo a causa della sua inadeguatezza, anche Koni doveva seguirlo nel collegio per ricchi svogliati, malgrado lui non incontrasse nessuna difficoltà nello studio. Se Tomi stentava alle lezioni di piano, Koni impressionava il maestro con il suo talento che però non poteva sviluppare.
Finché erano da soli, Tomi si comportava da amico, ma appena compariva qualcuno su cui voleva far colpo, ecco che Koni tornava «il figlio di una nostra ex domestica che mia madre aiuta». Col tempo, poi, ogni talento e i minimi affetti erano appassiti, e del piccolo Koni rimaneva il sessantenne di eleganza perfetta, mite e amabile ma capace solo di ubriacarsi e fare guai.
Un mantenuto malsopportato, che l’ottantenne matriarca dei Koch tiene a distanza con un povero vitalizio purché stia fuori dai piedi: Elvira Senn, vedova del fondatore, matrigna di Thomas e nonna dell’erede Urs, la gran dama della finanza, che tiene nel pugno di ferro tutto il clan, gli ha rubato la vita eppure sembra avere con Koni un conto in sospeso da fargli pagare a suon di umiliazioni gratuite.
Da un momento all’altro Koni si innamora e inaspettatamente smette di bere. La vita sembra finalmente si sia decisa a sorridergli, ma invece non ha finito di giocare con lui. Lo prende il morbo che fa regredire bambini, sfoca ogni ricordo recente e, per contrasto, si riaccende lo schermo del passato profondo.
E, con l’avanzare dell’Alzheimer, una sera, incontrando Elvira Senn, gli affiora una battuta, innocua ma che fa balenare un ricordo che lei sperava sepolto per sempre. Un baratro d’angoscia le si apre davanti mentre le mani inconsapevoli di Koni stringono l’arma di una vendetta che non potrà godere. L’impero dei Koch è in balia di un vecchietto svanito che ripete: «com’è piccolo il mondo»; la gran dama comincia a intessere la sua ultima trama in difesa di un segreto catastrofico.
Sotto la brillante levigatura della ricchezza ineccepibile, c’è un mondo di vinti dove si raccoglie ogni residua mitezza e ogni umanità, e lo svizzero Suter, artefice di intrecci thriller ingegnosi e perfetti, ha per questa piccola gente lo sguardo fraterno. Così come ha per la società che li umilia l’intelligenza impietosa e l’umorismo corrosivi, appresi da Dürrenmatt di cui è visibilmente erede.


Si tratta di un romanzo scritto molto bene, che scorre piacevolmente.
Il triste destino del protagonista, una famiglia svizzero-tedesca potente quanto meschina, una capostipite priva di scrupoli, un terribile segreto che può far vacillare un impero economico, quello della famiglia Koch, una giovane donna che riacquista il rispetto di se stessa lottando contro un sistema di potere e sopruso inaccettabile .... sono gli ingredienti di un romanzo di narrativa che inaspettatamente si tinge prima di giallo e poi di thriller grazie ad un povero anziano affetto da demenza senile che ritira fuori vicende del passato opportunamente celate dai suoi familiari.
Gli effetti del crudele morbo di Alzheimer, sono descritti in maniera veramente toccante.
"Come è piccolo il mondo" (così saluta il povero Konrad i suoi visitatori) e, soprattutto, quanto è triste e meschino quello dei ricchi e potenti della terra!

Voto: 9


venerdì 19 agosto 2011

L'esca, non ci si capisce niente però ti cattura

"L'ESCA" di JOSE CARLOS SOMOZA, Mondadori editore

Lo chiamano lo "Spettatore".
È un killer spietato e semina morte fra le donne, in prevalenza prostitute e straniere, brutalmente torturate e fatte a pezzi.
Diana Bianco è l'esca: addestrata dalla polizia di Madrid, a soli venticinque anni è la migliore, la più preparata, l'unica che può fermarlo.
In un tempo in cui la tecnologia non basta da sola a catturare gli assassini, la polizia ha messo a punto un nuovo metodo che si basa sulla teoria dello psinoma, una sorta di codice genetico che identifica la personalità di un individuo attraverso il suo desiderio e il modo di soddisfarlo.
Questa teoria risalirebbe addirittura a Shakespeare e sarebbe presente in tutte le sue opere.
Le esche infatti si esercitano in veri e propri teatri, dove mettono in scena gli atteggiamenti, i gesti e i comportamenti indispensabili per agganciare gli assassini.
Ma lo Spettatore sembra sfuggire a qualsiasi profilo psicologico, manifestando addirittura personalità diverse e sfuggendo così a ogni tentativo di classificazione. Q
uando Diana Bianco scopre che sua sorella Vera è il prossimo obiettivo dello Spettatore, decide di giocarsi il tutto per tutto.
Ha così inizio una corsa contro il tempo che la porterà fino al mostro, in un terrificante gioco di sospetti e colpi di scena. Diana dovrà anche fare i conti con il suo tragico passato senza poter contare nemmeno su chi le è più vicino, perché niente e nessuno è ciò che sembra. E l'orrore non ha mai una sola faccia.




Come prevede la teoria dello psinoma, il romanzo ti stimola al punto di possederti e spingerti a leggerlo fino all'ultima pagina.
La trama è originale, anches e ci vogliono un po' di pagine per capire bene la  teoria dello psinoma (fortunatamente un'invenzione dell'autore).

Leggendo questo originalissimo romanzo, che consiglio con un voto pari a 8,5,  mi sono chiesto come è possibile neutralizzare un terribile serial killer come lo Spettatore riconoscendo la sua filia e proponendogli la maschera corrispondente così da attrarlo, possederlo e poi disruzionarlo (ma che vuol dire quest'ultimo termine?); non sarebbe meglio ricorrere ai classici pistola, coltello o bazooka.

Non condivido alcune critiche lette in altri blog o siti che definiscono il romanzo quasi "pornografico"; è piuttosto morboso; trovo questa caratteristica del tutto coerente con il profilo del criminale e il ruolo dell'esca.


Chi intende leggerlo sappia che la caccia allo Spettatore, serial killer molto astuto e crudele, non è l'unico tema del libro: infatti un serial killer tira l'altro ed è difficile accettare il fatto che oltre ad essere strumento anticonvenzionale contro il crimine si è anche un esperimento.
Diana Blanco dovrà rimettere in discussione molte cose prima dell'epilogo.

Somoza è uno scrittore spagnolo.
Confermo la mia idea che i romanzieri spagnoli di gialli, thriller e romanzi storici scrivano veramente bene.

mercoledì 17 agosto 2011

Il marito della libraia: Il booktrailer de "L'esca" in spagnolo

Il marito della libraia: Il booktrailer de "L'esca" in spagnolo: "Il booktrailer de 'L'ESCA' di JOSE CARLOS SOMOZA (Mondadori editore) in spagnolo (adrenalina + sensualità) Dopo aver visto il booktrailer..."

Il booktrailer de "L'esca" in spagnolo

Il booktrailer de "L'ESCA" di JOSE CARLOS SOMOZA (Mondadori editore) in spagnolo (adrenalina + sensualità)

 Dopo aver visto il booktrailer "morirete" dalla voglia di sapere chi avrà la meglio fra Diana Blanco, la regina delle "esche" di Madrid e il serial killer noto come lo "Spettatore".
 

Il marito della libraia: Una faccenda privata: Iles propone un bel regolame...

Il marito della libraia: Una faccenda privata: Iles propone un bel regolame...: "' Una faccenda privata' di Greg Iles, Piemme, 2010. Simpatica nota sull'autore: suona in una band formnata da scrittori (fra i componenti ..."

Una faccenda privata: Iles propone un bel regolamento di conti con la moglie adultera

" Una faccenda privata" di Greg Iles, Piemme, 2010.

Simpatica nota sull'autore: suona in una band formnata da scrittori (fra i componenti Scott Turow e Stephen King) che si chiama Rock Bottom Remainders.

La copertina mi è piaciuta molto perché esprime efficacemente la situazione di sofferenza della moglie sequestrata.


Al ritorno dal lavoro Laurel trova la macchina di Warren, suo marito, già parcheggiata nel vialetto. È arrivato prima del solito, in casa la accoglie un silenzio pesante, minaccioso. Di Warren nessuna traccia. In cucina solo un odore di cibo bruciato... Poi il grande soggiorno illuminato si apre di fronte a lei e Warren è lì, seduto, pallido, sconvolto, gli occhi scavati dalla paura, con indosso gli stessi vestiti del giorno prima. In mano una pistola e sul tavolino accanto a lui una lettera. Laurel conosce bene quella lettera, gliel'ha scritta Danny, il suo amante, firmandola semplicemente "Io". E Laurel capisce. Quello che Warren stava cercando quella stessa mattina tra i libri del soggiorno non erano i documenti comprovanti la frode fiscale della clinica dove lavora, in cui è coinvolto, ma le prove del suo tradimento. Ha così inizio il giorno più terribile del loro matrimonio. Mentre fra le mura di casa un vortice di tensione travolge marito e moglie, fuori la polizia cerca di organizzare un'irruzione per arrestare Warren, che nel frattempo si è reso colpevole anche dell'omicidio di un poliziotto e che, ormai impazzito, ha deciso di non liberare la moglie finché non avrà scoperto l'identità del suo amante.

Un thriller originale, pieno di colpi di scena (come al solito trattandosi di scrittori-sceneggiatori americani troppi!), da far leggere alle mogli a scopo educativo.
Naturalmente fino all'ultimo ho tifato per il marito.
La moglie pensava che il "cervo", dopo undici mesi di distrazione, non si sarebbe accorto prima o poi del suo passatempo.
Dentro questo romanzo Iles, autore di bestsellers, inserisce tanta roba: tradimento, frode fiscale, negoziazione e strategie di assalto in caso di sequestri, un pizzico di hackeraggio, cecchinaggio (si dice così?), guida spericolata di elicotteri, ecc. un minestrone che allunga il racconto rendendolo assolutamente inverosimile.
Alle fine con mio grande dolore, come prevedibile fin dall'inizio, la moglie sopravvive.
Voto: 7,5

Bollino rosso:
ricordando la celebre battuta fatta nel film Good morning Vietnam dal super Robin Williams ad un suo superiore :" MAI VISTO ANIMALE PIU' BISOGNOSO DI UN POMPINO DI LEI SIGNORE!" sottolineo come l'uso di quest'ultimo termine sia piuttosto ricorrente nel romanzo quasi ad evidenziare  come il bisogno in questione sia più dell'autore che dei personaggi del libro.

giovedì 11 agosto 2011

Il marito della libraia: Voto 10 a La festa di Orfeo, un romanzo avvincente...

Il marito della libraia: Voto 10 a La festa di Orfeo, un romanzo avvincente...: "Il miglior romanzo (poliziesco + thriller + horror splatter) che ho letto finora nel 2011: voto 10 , considerando anche che l'autore è un es..."

Voto 10 a La festa di Orfeo, un romanzo avvincente

Il miglior romanzo (poliziesco + thriller + horror splatter) che ho letto finora nel 2011: voto 10, considerando anche che l'autore è un esordiente.

Vi consiglio di leggere la festa di Orfeo, un romanzo di Marquez Sanchez Javier, edito da Gargoyle (2011).
Un'opera prima che colpisce per la sua originalità e per la sua capacità di mescolare i generi letterario e cinematografico.



Nell'Inghilterra del 1956 il governo britannico è sconcertato di fronte agli orribili delitti avvenuti in una contea alla frontiera scozzese (una vera e propria strage > vedi riferimento a Grano Rosso sangue).
Del caso sono incaricati Andrew Carmichael, un ispettore di Scotland Yard specializzato in crimini "anomali", e il suo giovane collega, il detective Harry Logan (vedi Sherlock Holmes e il fido Holmes).
Nello stesso tempo, una piccola casa cinematografica, la Hammer Films, ha deciso di cimentarsi nel rilancio del cinema horror producendo un'innovativa versione a colori del Frankenstein.
Ne sarà protagonista il famoso attore televisivo Peter Cushing, che viene invitato a prepararsi per la parte consultando alcuni specialisti al fine di ricercare le radici della paura umana.
Le strade dei poliziotti e dell'attore finiranno per incrociarsi fatalmente lungo una pista che conduce a "La fête du Monsieur Orphée", una misteriosa pellicola risalente agli anni del cinema muto, che sembra seminare una lunga, sanguinosa scia di morte e distruzione.

Nel libro è possibile trovare vari ingredienti: giallo, horror, thriller in modo magistrale.
Curiosi i continui riferimenti cinematografici: "Grano rosso sangue", "Sherlock Holmes", "Frankestein", addirittura "Indiana Jones", "Il nome della rosa", "L'esorcista", "Il corvo nero".
Qual'è la fonte principale fonte della paura dell'uomo?
Satana, come impersonificazione del male, della  malvagità assoluta che l'uomo ha bisogno di identificare con un essere esterno da se stesso, ma che in realtà alberga in lui.

Il coinvolgimento di Peter Cushing, Boris Karlof, Bela Lugosi, ... i miti del cinema Horror degli anni '30 ai '60 risulta delizioso per gli amanti del genere.

Finalmente un romanzo di cui non si capisce fin dall'inizio il finale.
Caratteristica che oggi ci garantiscono soprattutto le opere prime.
Assolutamente da non perdere.
Mi raccomando non lo leggete di notte!

Bella la recensione di Pappalardo su Repubblica:
La Repubblica
Dario Pappalardo recensisce il primo horror iberico targato Gargoyle sulla Repubblica di sabato 16 luglio 2011
Pellicole e delitti ecco l’horror cinefilo
Appassionati di horror di serie A e B, fatevi avanti. Il thriller d’esordio di Javier Márquez Sánchez (spagnolo di Siviglia, classe 1978) si può leggere come una sfida (cinefila) all’ultimo sangue. Disseminati nella narrazione, ci sono da decifrare continui omaggi alle pellicole di genere.
E l’azione non può che muovere da un film: La festa di Orfeo, commissionato, pare, dal diavolo in persona nella Hollywood degli anni del muto. Ora, invece, siamo nel 1956, a Londra, e sulle tracce di quell’opera maledetta – chi la vede uccide e si uccide – ci sono un detective che sembra Sherlock Holmes, un vecchio archeologo, un lord col vizio del satanismo e... Peter Cushing.
Chi era costui? La star della Hammer, la casa di produzione inglese degli anni Cinquanta che girò a colori Frankenstein, Dracula e i vari sequel, resuscitando un intero filone. È lui, impeccabile british gentleman, l’eroe. Dovrà impugnare spade, scoprire passaggi segreti e sventare sacrifici umani, proprio come sul set.
In una scena, compare Boris Karloff. Avete presente la creatura di Mary Shelley, nella versione del 1931?

martedì 9 agosto 2011

Il marito della libraia: Novità

Il marito della libraia: Novità: "Vorrei consigliarvi alcuni romanzi thriller di cui ho letto le prime pagine. Pur non avendoli ancora letti l'istinto e l'esperienza mi dico..."

Katzenbach, Cleave, Somoza, ... thriller stuzzicanti

Vorrei consigliarvi alcuni romanzi thriller di cui ho letto le prime pagine.
Pur non avendoli ancora letti l'istinto e l'esperienza mi dicono che potrebbero essere buone letture.

KATZENBACH JOHN "Il professore", Fazi editore.


Adrian Thomas è un professore universitario in pensione al quale hanno appena diagnosticato una demenza degenerativa, i cui sintomi sono la perdita della memoria e le allucinazioni. Ha passato tutta la sua vita a studiare i processi della mente e a trasmettere le sue conoscenze agli studenti e ora, vecchio, vedovo e malato, vorrebbe solamente togliersi la vita. Ma proprio mentre esce da uno studio medico, è testimone involontario del sequestro di Jennifer Riggins, una ragazza di sedici anni che viene brutalmente caricata su un furgone. Quando le indagini della polizia porteranno ad un vicolo cieco, sarà Adrian stesso, sballottato e confuso da continue allucinazioni, a capire che prima di sparire per sempre dovrà occuparsi di aiutare Jennifer. Per farlo dovrà calarsi nel mondo oscuro e nauseabondo della pornografia in rete e degli snuff movie, utilizzando i rari momenti di lucidità che la sua mente gli concede: Jennifer è nelle mani di due psicopatici che la torturano e schiavizzano, un’esperienza orrenda che pare non conoscere alcun limite, se non quello della morte… Ne Il professore, attraverso una struttura narrativa corale che dà voce ad Adrian, a Jennifer e al suo incubo, ai sequestratori e agli utenti del sito pornografico delle diverse parti del mondo, Katzenbach costruisce un ritratto agghiacciante della società contemporanea e denuncia al contempo la solitudine e la sofferenza che pervadono tante vite.


E' uno dei pochi scrittori che con il passare del tempo non ha tradito i suoi lettori perdendo lo smalto iniziale.
Lui dice di scrivere mettendosi nei panni dello psicopatico di turno; sembra proprio così.
Se non lo avete letto vi consiglio "La giusta causa", il libro che lo ha fatto conoscere in Italia e che è un vero e proprio capolavoro.

PAUL CLEAVE "The cleaner", Eliot editore


Mi ricorda in qualche modo Dexter, il serial killer dei serial killer, che ho conosciuto grazie alla serie televisiva; comunque la trama mi sembra originale e i primi capitoli mi hanno turbato quanto basta per consigliarvelo.

Joe di giorno lavora presso il dipartimento di polizia e la notte si diletta come serial killer  per le strade di Christchurch, in Nuova Zelanda.
Quando il giornale annuncia la settima vittima dell'Intagliatore, l'imprendibile serial killer che sta terrorizzando la città, Joe capisce che qualcuno si è intromesso nella sua routine, perché lui sa che l'Intagliatore ne ha uccise solo sei. Lo sa con certezza. Per questo si metterà sulle tracce del suo imitatore, lo punirà per quell'omicidio in più e farà in modo che su di lui ricadano anche le accuse di tutti gli altri.
Ha un piano perfetto che non può fallire perché lui è molto più intelligente di chiunque altro, anche se in centrale pensano che sia lo scemo del villaggio.
Tutto quello che deve fare è tenere a bada le donne che gli stanno intorno, a cominciare da quell'invadente di sua madre. 
E' veramente una rompipalle; pensate che, ad un certo punto, gli chiede se è gay. Speriamo che prima della fine del libro porti a termine il suo desiderio di ucciderla.
Man mano però che le sue indagini procedono, Joe si rende conto che anche il piano più dettagliato può avere qualche falla... .

"L'ESCA" di JOSE CARLOS SOMOZA, Mondadori editore



Termino la tripletta dei consigli con  "L'esca" di Jose Carlos Somoza, Mondadori editore.
Anche in questo caso la lettura si è limitata alle prime pagine; l'ho trovato morboso al punto giusto.
Chi lo ha letto lo definisce "pornografico".
Attenzione a leggerlo d'estate, quando gli spiriti sono già bollenti.
Non mi assumo responsabilità.
Lo scrittore è spagnolo. Devo dire che i romanzieri spagnoli di gialli, thriller e romanzi storici scrivono veramente bene.

Lo chiamano lo "Spettatore".
È un killer spietato e semina morte fra le donne, in prevalenza prostitute e straniere, brutalmente torturate e fatte a pezzi.
Diana Bianco è l'esca: addestrata dalla polizia di Madrid, a soli venticinque anni è la migliore, la più preparata, l'unica che può fermarlo.
In un tempo in cui la tecnologia non basta da sola a catturare gli assassini, la polizia ha messo a punto un nuovo metodo che si basa sulla teoria dello psinoma, una sorta di codice genetico che identifica la personalità di un individuo attraverso il suo desiderio e il modo di soddisfarlo.
Questa teoria risalirebbe addirittura a Shakespeare e sarebbe presente in tutte le sue opere.
Le esche infatti si esercitano in veri e propri teatri, dove mettono in scena gli atteggiamenti, i gesti e i comportamenti indispensabili per agganciare gli assassini.
Ma lo Spettatore sembra sfuggire a qualsiasi profilo psicologico, manifestando addirittura personalità diverse e sfuggendo così a ogni tentativo di classificazione. Q
uando Diana Bianco scopre che sua sorella Vera è il prossimo obiettivo dello Spettatore, decide di giocarsi il tutto per tutto.
Ha così inizio una corsa contro il tempo che la porterà fino al mostro, in un terrificante gioco di sospetti e colpi di scena. Diana dovrà anche fare i conti con il suo tragico passato senza poter contare nemmeno su chi le è più vicino, perché niente e nessuno è ciò che sembra. E l'orrore non ha mai una sola faccia.

L'infiltrata, la sceneggiatura di un buon film

Ho finito da poco di leggere "L'infiltrata" di Ava McCarthy, PIEMME (Piemme Linea Rossa), 2011, scrittrice dublinese al primo romanzo.


La trama mi ha incuriosito perchè tratta di temi di grande attualità: pirateria informatica (hackeraggio o hacking), ingegneria sociale, insider trading, ecc..
Mi aveva colpito il booktrailer, ho trovato d'impatto anche la copertina, tutta centrato sulla protagonista.
Nel finale (ultime 30 pagine) il libro riacquista interesse lasciando comunque la sensazione di una lettura leggera, di intrattenimento, da film televisivo.
Questa è la sensazione generale; scendendo nel dettaglio, il libro :
- sembra la sceneggiatura di un film;
- il colpevole supremo "Il profeta" si intuisce già dalla metà del libro;
- risulta abbastanza superficiale rispetto ai temi trattati (hacking, ingegneria sociale, indier trading),
- è troppo costoso come biglietto per un film;
- la fascetta trae in inganno: recita infatti così:" Harry Martinez è bella intelligente e scaltra, ma soprattutto, come Lisbeth Salander, è una hacker" (dopo aver letto il libro, il confronto con la Salander mi sembra forzato; la Salander è un personaggio mitico: la Pippi Calzelunghe del XXI secolo, una hacker-punk che nella trilogia di Millenium entra in sordina per uscire alla grande. Una ragazza pericolosa che ha sofferto molto, ma che ha saputo reagire, combattere e uscire da una macchinazione che ha segnato per sempre la sua esistenza e quella di sua madre.


Mi sembrano troppi errori, anche per una scrittrice esordiente.


L'unica cosa che mi è piaciuta è la descrizione del rapporto padre figlia, le pagine in cui lei racconta quando lui le insegnava le regole base del poker (l'arte del bluff) e la portava con sé.


Tornando al libro, senza remore sconsiglio "L'infiltrata" dandogli un voto insufficiente (5/10); assolutamente da evitare.


Consiglio invece la saga di Millennium, iniziando naturalmente da "Uomini che odiano le donne" (consiglio sia la lettura del libro che la visione del film)  e proseguendo con gli altri due poi.


venerdì 5 agosto 2011

Il codice di Newton: lo leggo perchè me lo ha regalato la mia mamma




"Il codice di Newton" di Stott Rebecca - Piemme, 2010

A Cambridge, il corpo di Elizabeth Vogelsang viene ritrovato nel fiume limaccioso che scorre intorno all'università. Stretto in mano, un antico prisma di vetro. Storica e ricercatrice, la donna stava scrivendo una biografia su Newton e sui suoi possibili legami con le reti alchimistiche dell'epoca. Aveva scoperto che negli anni in cui il giovane Isaac frequentava il Trinity College si erano verificate una serie di morti misteriose, e aveva deciso di indagare. Quando Lydia, giovane amica di Elizabeth, acconsente a terminarne l'opera, per evitare che il suo lavoro vada perduto, strani episodi iniziano a tormentarla. Improvvisi lampi di luce, documenti che spariscono, e la sagoma di una figura umana che la segue ovunque, avvolta in una pesante cappa rossa. Rossa come le toghe che indossavano i professori emeriti nel Seicento. E mentre Cambridge è sconvolta da fatti di sangue sempre più efferati, Lydia si rende conto che tra le morti di oggi e quelle di quattro secoli prima esiste uno stretto legame, e che alcuni fantasmi non possono essere messi a tacere.

La trama sembra avvincente, la mamma mi ha detto che l'ha scelto perchè glielo hanno consigliato in una libreria di Riccione; speriamo bene.
Se non mi piace la prossima estate glielo riporto.

martedì 2 agosto 2011


La condanna del sangue" di Maurizio De Giovanni (Fandango tascabili - 2011)

                                                              


La condanna del sangue (la primavera del commissario Ricciardi) è una delle indagini di un ciclo dedicato alle quattro stagioni.
Una vecchia cartomante-usuraia viene barbaramente uccisa; le indagini si indirizzano verso i suoi frequentatori.
Il commissario in questione ha un dono particolare: riesce a sentire le ultime parole pronunciate da chi muore di morte violente.
In questo caso il commissario Ricciardi sente la vecchia pronunciare in punto di morte pronuncia la frase: il Padreterno non è un commerciante che paga il sabato.
L'ambientazione mi piace, la Napoli del 1939.

Il libro mi è piaciuto abbastanza (voto 9); i personaggi, ben descritti, risultano interessanti e ben calati in quell'epoca.
Colpisce l'umanità del commissario e del suo brigadiere di fiducia (Maione) convinti che anche una spregevole megera come la Calise abbia diritto ad avere giustizia.
Molto suggestiva la descrizione dei vicoli e dei caseggiati dei quartieri popolari napoletani in cui si muove un'umanità dolente per la quale l'arrivo della primavera è di minimo sollievo.
Il commissario Ricciardi, diretto e coraggioso nel lavoro, è timido e malinconico nella vita privata convinto che il dono che possiede lo condanni alla solitudine affettiva. Il suo amore discreto per la dolce dirimpettaia spezza il cuore.
Coinvolgenti, a tratti addirittura commoventi l'evolversi delle vicende personali dei protagonisti, in particolare quando all'inizio del romanzo viene spiegato da dove nasce la devozione del brigadiere Maione per il commissario.
La lettura scorre piacevole sempre, dalla prima all'ultima pagina.
I riferimenti poetici all'arrivo della primavera risultano a volte leggermente stucchevoli. Quelli al sangue sono più realistici.
L'indagine poliziesca rappresenta in questo caso l'ossatura di un bel romanzo popolare.

Chi è Lars Kepler, l'autore de l'Ipnotista e dell'Esecutore?

Chi si nasconde dietro il nome di Lars Kepler, autore dell'elogiatissimo "L'ipnotista" e del successivo "L'esecutore", romanzi che hanno scalzato in Svezia la saga di Stieg Larsson Millennium?



Lars Kepler è lo pseudonimo dietro cui si celano due autori svedesi, marito (Alexander Ahndoril) e moglie (Alexandra Coelho Ahndoril).


"Scriviamo nel nostro piccolo studio, con i due PC tanto vicini che ci sfioriamo. Lavoriamo ciascuno su un’azione, poi mandiamo il lavoro via mail all’altro, che continua a suo modo: così resta alta la tensione narrativa, perché viene costantemente rinnovata."


Per avere maggiori informazioni http://www.wuz.it/biografia/764/kepler-lars.html .

Peter Cushing in copertina per il thriller-horror La festa di Orfeo


La festa di Orfeo di Marquez Sanchez Javier - Gargoyle (2011)

La scelta di inserire Peter Cushing in copertina risulta particolarmente centrata.

L'infiltrata, un buon booktrailer

Vorrei segnalarvi il booktrailer de "L'infiltrata", romanzo thriller di Ava McCarthy pubblicato da Piemme nel 2011.
Sarà una delle mie prossime letture.

Intanto godetevi il booktrailer

Il signore delle cento ossa, da evitare ...

CONSIGLIO: DA EVITARE!

"Il signore delle cento ossa" di Ben Pastor, Sellerio editore (2011) pag. 296



Trama: Martin Bora, ufficiale della Wehrmacht,è un gentiluomo di antica nobiltà guerriera, dal fascino tenebroso, amante fortunato, con un temperamento severo.
Bora recluatato dal controspionaggio per un'operazione molto delicata: il compito ufficiale è quello di seguire gli ospiti di una conferenza di affari trilaterale tedesco-nipponico-italiana finalizzata allo scambio di tecnologie militari. In realtà deve individuare il "Signore delle cento ossa", una spia che secondo una prima ipotesi si identifica nella persona di Ishiro Kobe, rigido generale giapponese.
Una mattina, andando a prelevare Kobe per una cavalcata, Bora lo trova morto sul letto; nel bagno della sua camera scopre, annegato nel sangue, l'aiutante Nogi.
Sembra un delitto di onore, o di passione. Ma Bora la pensa diveramente.
Tra mistificazioni, altri delitti, tradimenti, Martin Bora si inoltra negli ambienti lividi dove la guerra incombente favorisce intrighi come pozioni venefiche.
E dove perderà la sua fiducia nei confronti del regime nazista cui ha giurato fedeltà ed obbedienza in quanto offende i suoi valori.

Questo romanzo storico mi aveva incuriosito per la trama e i giudizi ottimali ricevuti nel sito www.ibs.it, sito che propone valutazioni che spesso condivido.
Le credenziali dell'autrice rappresentavano un'ulteriore garanzia.
Leggendolo l'ho trovato noioso e macchinoso soprattutto nella prima parte; il personaggio di Bora mi è sembrato non all'altezza della presentazione: sempre inadeguato, poco efficace, sprovveduto.
Il finale rivaluta un po' il giudizio, ma il libro resta sempre da evitare.

Mi è piaciuto molto invece il booktrailer a conferma che il marketing di questo libro mi sembra superiore alla sua qualità.



Il suggeritore

"Il suggeritore" di Donato Carrisi - Longanesi (2009)

lunedì 1 agosto 2011

Un suggerimento al "Suggeritore" di Carrisi

"Il Suggeritore" di Donato Carrisi (Longanesi editore) l'ho letto molto tempo fa, ai tempi dell'apertura della libreria di mia moglie.
Il romanzo mi era piaciuto (voto 7,5) e riconosco la capacità di Carrisi di scrivere un thriller all'altezza dei maestri americani.
L'assenza di ambientazione e il ricorso forzato ai colpi di scena mi avevano un po' frenato nel consigliarlo ai frequentatori della libreria come invece mi veniva naturale con altri libri del genere.



Copertina azzeccata, il Diavolo trova sempre adepti!

Trama: qualcosa di sconvolgente è accaduto, qualcosa che richiede tutta l'abilità degli agenti della Squadra Speciale guidata dal criminologo Goran Gavia (ma chi l'ha scelto questo nome?).
Il loro è un nemico che sa assumere molte facce, che li mette costantemente alla prova in un'indagine in cui ogni male svelato porta con sè un messaggio.
Ma, soprattutto, li costringe ad affacciarsi sul buio che ciascuno si porta dentro.
In questo gioco di incubi, abilmente celati, sarà con l'arrivo di Mila Vasquez (altro nome curioso!), investigatrice specializzata nella caccia alle persone scomparse. che gli inganni sembreranno cadere uno ad uno, grazie anche al legame speciale che comincia a formarsi tra lei e Gavila.


Più del libro, mi aveva colpito il booktrailer presente nel sito www.illibraio.it:  http://www.illibraio.it/doc/64540/il-suggeritore-il-booktrailer.htm .


Dio non parla, mentre il Diavolo sussurra.....

Un thriller italiano che ha il passo e la forza dei migliori thriller americani
Giudizio de Il Libraio: ancor prima dell’uscita in libreria, questo romanzo ha provocato un vortice di ammirazione e di attesa, tanto da essere già in via di pubblicazione nei maggiori paesi europei. Non è solo un thriller scritto da un autore italiano agli esordi, che si confronta con un genere finora appannaggio dei grandi autori americani, reinventando le regole del gioco. È molto di più: è una storia che non dà tregua, che esplora la zona grigia fra il bene e il male fino a cogliere l’ultimo segreto, il minimo sussurro. Qualcosa di sconvolgente è successo, qualcosa che richiede tutta l’abilità degli agenti della Squadra Speciale guidata dal criminologo Goran Gavila. Il loro è un nemico che sa assumere molte sembianze, che li mette costantemente alla prova in un’indagine in cui ogni male svelato porta con sé un messaggio. Ma, soprattutto, li costringe ad affacciarsi nel buio che ciascuno si porta dentro. È un gioco di incubi abilmente celati, una continua sfida. Sarà con l’arrivo di Mila Vasquez, un’investigatrice specializzata nella caccia alle persone scomparse, che gli inganni sembreranno cadere uno dopo l’altro, grazie anche al legame speciale che comincia a formarsi fra lei e il dottor Gavila. Ma un disegno oscuro è in atto, e ogni volta che la Squadra sembra riuscire a dare un nome al male, ne scopre un altro ancora più profondo…

Oggi, a distanza di tempo la sensazione di essere di fronte a un buon libro di esprdio, ma non di un capolavoro è riemersa nel momento in cui l'ho consigliato in versione economica a mia sorella per le vacanze, chiedendole di
darmi un giudizio.
Mi ha detto che lo ha letto volentieri pur con qualche perplessità: le è sembrato che Carrisi abbia messo dentro tutto quello che si trova nei thriller americani.
La domanda che si  posta e che io vorrei girare a voi appassionati del genere è:" Cosa metterà nel prossimo romanzo (è stato già annunciato, si chiamerà "I cacciatori del buio") dopo aver esaurito le principali trovate dei colleghi statunitensi?".

"Fredda è la notte", asettica è la trama


"Fredda è la notte" di Carlene Thompson (Marcos Y Marcos - 2010)




 Blaine è bella e tenace, in paese tutti la invidiano un po'.
Negli ultimi mesi la sua vita diventa difficile in quanto prima muore suo marito in circostanze misteriose, poi la migliore amica della figlia e, infine, un'altra amica della figlia.
I sospetti ricadono su di lei in quanto si trova sempre ad un passo dal delitto.
La protagonista di questo thriller, che promette suspence assoluta fino alla fine è dunque anche la principale sospettata.

Il romanzo scorre bene, la lettura è agevole; il personaggio principale, Blaine, tartassata dalla sfortuna alla fine avrà la sua rivincita.
Non voglio rivelare il finale, ma chi ha un po' di dimestichezza con questo tipo di thriller alla Higsmith sa che finirà così.
Queste donne apparentemente fragili e sempre vittime di tutto alla fine stufano! Auguri loro che qualcosa vada loro veramente storto.
La Thompson, che non conoscevo, è una valida scrittrice che dà l'impressione di conoscere molto bene come si confeziona un romanzo di genere (leggendo le trame degli altri suoi romanzi emerge la sua natura di mestierante del genere thriller).
Questo è una garanzia per il lettore. Questa prevedibilità finisce però per far entrare di diritto "Fredda è la notte" nella lista dei libri che si possono non leggere.
A volte qualche sbavatura, qualche stranezza, qualche incongruenza .... possono fare la differenza nell'impatto sul lettore.
Dividere, ma rimanere impressi.
Ho trovato il finale brusco rispetto allo sviluppo del romanzo; comunque il voto finale è positivo: 6,5.





Dexter propone un''indagine molto realistica ....

"Al momento della scomparsa la ragazza indossava" di Colin Dexter (Sellerio editore - 2011)


Una ragazza scompare, l'investigatore che si occupa del caso muore, l'indagine passa all'ispettore Morse.
Dopo due anni e tre mesi arriva una lettera della ragazza che dichiara di star bene.
Delitto o una banale fuga da teen-ager?

Il romanzo di Dexter mi è piaciuto.
L'ispettore Morse, il classico poliziotto solo, mezzo alcolizzato con una vita sociale e affettiva veramente "invidiabili", affronta il caso con grande impegno sfornando ipotesi su ipotesi circa la scomparsa della ragazza.
Lo scrittore è così bravo che il lettore finisce per entare in questo circolo vizioso di tentativi assorbendo parecchia della frustrazione dell'ispettore Morse e del suo collaboratore Lewis.
La lettura è scorrevole, Dexter riesce ad incuriosire veramente con poco.
Senza, ovviamente, svelare il finale mi sento di dire che l'ispettore Morse è in qualche modo, con il suo annaspare, "responsabile" di un omicidio;
che non  è proprio il massimo per un investigatore.
Comunque se muore un perfido il lettore non si angustia più di tanto.