Altri generi

"Com'è piccolo il mondo" di Martin Suter, Sellerio editore Palermo (2011)


In copertina c'è un bel dipinto di Jack Vettriano; ottima scelta.


Da quando a sei anni la madre l’aveva abbandonato, Konrad Lang, detto Koni, era stato il giocattolo di Thomas (Tomi) Koch. E da giocattolo Koni era cresciuto, burattino senza energia propria legato ai fili dei potenti Koch, famiglia di magnati svizzeri dell’industria e della finanza.
Se Tomi lasciava il Liceo a causa della sua inadeguatezza, anche Koni doveva seguirlo nel collegio per ricchi svogliati, malgrado lui non incontrasse nessuna difficoltà nello studio. Se Tomi stentava alle lezioni di piano, Koni impressionava il maestro con il suo talento che però non poteva sviluppare.
Finché erano da soli, Tomi si comportava da amico, ma appena compariva qualcuno su cui voleva far colpo, ecco che Koni tornava «il figlio di una nostra ex domestica che mia madre aiuta». Col tempo, poi, ogni talento e i minimi affetti erano appassiti, e del piccolo Koni rimaneva il sessantenne di eleganza perfetta, mite e amabile ma capace solo di ubriacarsi e fare guai.
Un mantenuto malsopportato, che l’ottantenne matriarca dei Koch tiene a distanza con un povero vitalizio purché stia fuori dai piedi: Elvira Senn, vedova del fondatore, matrigna di Thomas e nonna dell’erede Urs, la gran dama della finanza, che tiene nel pugno di ferro tutto il clan, gli ha rubato la vita eppure sembra avere con Koni un conto in sospeso da fargli pagare a suon di umiliazioni gratuite.
Da un momento all’altro Koni si innamora e inaspettatamente smette di bere. La vita sembra finalmente si sia decisa a sorridergli, ma invece non ha finito di giocare con lui. Lo prende il morbo che fa regredire bambini, sfoca ogni ricordo recente e, per contrasto, si riaccende lo schermo del passato profondo.
E, con l’avanzare dell’Alzheimer, una sera, incontrando Elvira Senn, gli affiora una battuta, innocua ma che fa balenare un ricordo che lei sperava sepolto per sempre. Un baratro d’angoscia le si apre davanti mentre le mani inconsapevoli di Koni stringono l’arma di una vendetta che non potrà godere. L’impero dei Koch è in balia di un vecchietto svanito che ripete: «com’è piccolo il mondo»; la gran dama comincia a intessere la sua ultima trama in difesa di un segreto catastrofico.
Sotto la brillante levigatura della ricchezza ineccepibile, c’è un mondo di vinti dove si raccoglie ogni residua mitezza e ogni umanità, e lo svizzero Suter, artefice di intrecci thriller ingegnosi e perfetti, ha per questa piccola gente lo sguardo fraterno. Così come ha per la società che li umilia l’intelligenza impietosa e l’umorismo corrosivi, appresi da Dürrenmatt di cui è visibilmente erede.


Si tratta di un romanzo scritto molto bene, che scorre piacevolmente.
Il triste destino del protagonista, una famiglia svizzero-tedesca potente quanto meschina, una capostipite priva di scrupoli, un terribile segreto che può far vacillare un impero economico, quello della famiglia Koch, una giovane donna che riacquista il rispetto di se stessa lottando contro un sistema di potere e sopruso inaccettabile .... sono gli ingredienti di un romanzo di narrativa che inaspettatamente si tinge prima di giallo e poi di thriller grazie ad un povero anziano affetto da demenza senile che ritira fuori vicende del passato opportunamente celate dai suoi familiari.
Gli effetti del crudele morbo di Alzheimer, sono descritti in maniera veramente toccante.
"Come è piccolo il mondo" (così saluta il povero Konrad i suoi visitatori) e, soprattutto, quanto è triste e meschino quello dei ricchi e potenti della terra!

Voto: 9

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Il venerabile maestro del giallo italico, Andrea Camilleri, ha scritto un romanzo epistolare divertentissimo ispirato ad un fatto realmente accaduto: "Il nipote del negus" (Sellerio editore - 2010)
Mia moglie, la libraia, dopo averlo letto lo ha consigliato a molti ottenendo un riscontro molto positivo.
Questo entusiasmo per il Camilleri non Montalbano ha contagiato pure me.
Devo dire che il romanzo è veramente divertente ed arguto; nel descrivere le gesta di questo autentico debosciato, scansafatiche e ladro di un nipote del Negus Camilleri mette in scena in maniera spesso molto irriverente una serie di personaggi molto curiosi.




"Il nipote del negus", principe di colore scavezzacollo, astuto, arrapatissimo, spudorato, supremo ingannatore viene iscritto alla Regia Scuola Mineraria di Vigàta.
Dal suo arrivo in paese ne combina di tutti i colori beneficiando impunemente della protezione che il regime fascista gli garantisce in virtù della parentela con il Negus.

Non contento del libro ho ascoltato anche l'audiolibro in cui Camilleri adeguando la voce in base ai personaggi (gerarca fascista, preside della scuola, ragazza innamorata del nipote del Negus, ecc.) si rivela un attore formidabile.