mercoledì 8 agosto 2012

Il giovane Philby, grande bufala o grande spia?

Il giovane Philby, Littel Robert, Fanuccci, 2012, Euro 16,00.




Una spy story per palati sopraffini. Concordo con Forsyth.
Diversi personaggi che hanno conosciuto il giovane Philby raccontano la loro versione di una curiosa storia di spionaggio alla vigilia della seconda guerra mondiale.
Chi è questo Philby, una spia doppio-triplogiochista al servizio di Russia, Gran Bretagna, America oppure un personaggio semplicemente animato da grandi ideali?
PENSATE, SI TRATTA DI UNA STORIA VERA!!!
Voto: 9,5
Si legge velocemente; la vicenda incuriosisce fino all'ultima pagina. Il finale è sorprendente, ma non pienamente chiarificatore.
Hitler è sullo sfondo, mentre Stalin è spesso citato.
L'incontro fra Stalin e alcuni suoi sottoposti è da brividi.

Chi è veramente Kim Philby? O meglio: per chi lavora? Il giovane Philby dalle guance rosee e dai capelli scompigliati bussa alla porta di Litzi Friedman, una disinibita comunista viennese, e la conquista con la sua balbuzie. Così comincia la carriera di uno dei Cambridge Five, gli agenti segreti britannici più leggendari della storia. La sua vicenda viene narrata da dieci personaggi, ciascuno con una propria versione dei fatti. Sempre tra le righe - e necessariamente crudo, questo romanzo ha la vivacità di un diario plurimo scritto in prima persona: Stalin in carne e ossa così deludente rispetto alle foto ufficiali; Litzi impavida attivista, ma gelosa della compagna dal seno prorompente; il capitano russo Gusakov che non capisce di essere stato fatto prigioniero dai suoi stessi capi, e quando viene incarcerato pensa che lo stiano facendo 'entrare dalla porta sbagliata'. Per la cronaca: dopo le vicende qui riportate, Philby riuscì a mettersi in salvo e visse gli ultimi venticinque anni della sua vita a Mosca, lavorando come istruttore per il Kgb. Morì nel 1988.


Vertigo, un fotografo egiziano anticipa la primavera araba

VERTIGO di Mourad Ahmed, Marsilio, 2012, Euro 18,00


Un  fotografo povero di soldi, ma ricco di valori, sfida il sistema e anticipa la primavera araba.

Solo i giovani hanno il coraggio e l'intraprendenza per cambiare lo status quo.
Voto: 8

Si legge bene; la scrittura, molto controllata, evita accuratamente il racconto di scene di violenza e tortura.
In alcune parti sembra più un romanzo politico che un thriller.
Viene descritta bene la società araba con le sue forti contraddizioni.
Il messaggio politico di rinnovamento emerge chiaramente e qualifica la storia.
Avrei aggiunto un pizzico di azione in più.
Al bar Vertigo, locale notturno alla moda, ritrovo per la gente che conta del Cairo, Ahmed Kamàl assiste per caso all'omicidio di due noti uomini d'affari. Fotografo di professione, imprime le immagini della strage sulla pellicola, ed è pronto a farle pubblicare, ma si rivolge al giornale sbagliato: i media del paese sembrano puntare a molta apparenza e poca verità. Intrappolato in una rete di giochi di potere, Ahmed per un po' trova riparo in un locale notturno, popolato da ballerine del ventre e attricette in cerca di gloria, accanto a uomini d'affari e politici: gente influente, persone che al mattino sulle pagine dei giornali sono nemiche, e di notte diventano alleate nel gioco delle parti, tutte riunite nello stesso locale in cerca di donne e alcol, a ostentare la propria ricchezza. Testimone scomodo, Ahmed tuttavia non intende tacere... Accolto in Egitto con grande entusiasmo all'arrivo della primavera araba, Vertigo denuncia il malcostume del paese, senza mai rinunciare all'ironia. Con il suo ritratto schietto di una polizia di stato losca e vendicativa e di una classe politica corrotta, Mourad racconta la difficoltà di trovare un vero modello per le nuove generazioni, il disordine che pervade la nazione, lo stato di vertigine perpetua in cui si confondono ruoli e concetti, dove chi difende i valori morali può subito dopo essere sopraffatto dal proprio interesse personale. Ma tutto questo non gli impedisce di affidare alle sue pagine un messaggio di speranza per i giovani...