lunedì 12 settembre 2011

"Congo. Inferno verde" di Pinol, come nasce un grande scrittore di avventura

"Congo. Inferno Verde" di Pinol, Fazi editore, 2011; come nasce un grande scrittore di avventure africane.



Che cosa accomuna uno scrittore squattrinato, un condannato a morte, la foresta africana e la febbre dell'oro? Quale indicibile verità si nasconde in Congo? Londra, 1914. Thomas Thomson si guadagna da vivere come ghost writer di un celebre scrittore di romanzi d'avventura, il dott. Flag.
Un giorno, riceve da un avvocato l'incarico più bizzarro che gli sia mai stato affidato: scrivere la storia di Marcus Garvey, un uomo condannato alla pena di morte per l'omicidio dei fratelli Craver, figli scapestrati e perdigiorno di un duca inglese trucidati nel cuore della giungla. Lentamente, Thomson arriva a conquistarsi la fiducia di Garvey, che gli racconta la sua versione dei fatti: una storia tanto incredibile da sembrare inventata, in cui si narra di una miniera d'oro trasformata in fortino di guerra e di una città sotterranea estesa come un continente, abitata da "strani" autoctoni, di una fanciulla più bianca della neve e di una tormentata storia d'amore. Acclamato da pubblico e critica come uno dei romanzi più originali e divertenti della scena letteraria europea, Congo.


Mi è piaciuto molto: l'inizio è stato folgorante (non solo quando il protagonista, Thoma Thomson, si cimenta con il racconto "Congo, inferno verde", ma anche quando si incontra/scontra con il dott. Flag) il finale entusiasmante.
La parte centrale, seppur avventurosa, mi è sembrata un po' lunga; leggendo però il finale si capisce che era necessario approfondire quello che il detenuto Marcus racconta della sua esperienza in Congo.
Colonialismo, avidità e manipolazione sono le tre chiavi di questo libro, assolutamente da leggere.
Voto: 9

La copertina, fra il tectone e il congolese, non mi entusiasma.




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